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giovedì 25 agosto 2022

…i 9 ostacoli più comuni verso la guarigione

(immagine dal web)

"Il tuo viaggio di guarigione è fermo a un palo? Se è così, non sei solo. Le battute d'arresto possono essere frustranti, ma con gli strumenti giusti possono offrire un'opportunità per una crescita e una guarigione ancora più profonde. Continua a leggere per conoscere gli ostacoli più comuni alla guarigione e alcuni suggerimenti per superarli.

1. Far entrare la paura al posto di guida

Senza la nostra consapevolezza e azione, il corpo è programmato per entrare in modalità sopravvivenza molto più spesso del necessario. Inizia a notare piccoli segnali di pericolo nel tuo corpo che indicano che il tuo sistema di pericolo ha preso il sopravvento (come per esempio un'improvvisa tensione muscolare o una frequenza cardiaca elevata). Quando ti rendi conto che sta succedendo, fai un respiro profondo e ricorda al tuo cervello che non c'è un pericolo reale nel momento presente.

2. Supponendo che tu sia "bloccato" con i modelli di dolore esistenti del tuo corpo

L'esperienza del dolore può alterare il sistema nervoso per essere ipersensibile in un modo che SENTE essere permanente (ma non lo è!). Se ti sorprendi a pensare a un futuro cupo e doloroso, prova a spostare l'attenzione del tuo cervello interrompendo il focus sul dolore. Scuoti il ​​​​tuo corpo e inizia consapevolmente a pensare a un'altra area della tua vita il più rapidamente possibile, in modo che il tuo cervello non venga catturato in una spirale discendente.

3. Cercare di essere il MIGLIORE nella guarigione

Molto perfezionista? Se ti ritrovi ad abbuffarti di esercizi, senza mai un allentamento e addirittura sentendo la pressione per guarire durante la notte, potresti aver bisogno di una pausa. La guarigione non è una competizione e trattarla come tale può portare a battute d'arresto e sentimenti di inadeguatezza.

4. Accettare le parole della tua “vocina critica interiore” come fatti

Ammettiamolo: la vocina critica interiore può essere dura! Ma le sue parole possono ferirti solo se credi che siano vere. La prossima volta che la tua vocina interiore parla, cerca parole come "sempre" e "mai" che tendono ad essere esagerazioni. Vedi se riesci a verificare con i fatti quello che dice la tua vocina critica interiore, e poi riformula in modo realistico il pensiero.

5. Non metterti nella lista delle persone di cui occuparti

Sei tu quello che tira sempre fuori amici e familiari da situazioni difficili? Metti il ​​"tempo di guarigione" per ultimo nella tua lista, solo per essere completato una volta che i bisogni di tutti gli altri sono stati soddisfatti? Prova a programmare in anticipo un appuntamento del calendario per il tuo "tempo di guarigione" e a lavorare sodo per proteggere quel tempo per te stesso.

6. Non aver esaminato il tuo passato perché "l'hai fatto meglio della maggior parte" o "hai già fatto abbastanza lavoro lì"

Finché non avrai esaminato il tuo passato attraverso la lente del tuo SISTEMA NERVOSO, potresti non aver svolto il lavoro necessario per guarire. Anche nelle situazioni in cui sei cresciuto in una famiglia amorevole e tutti stavano facendo del loro meglio, è comunque importante capire l'impatto che il tuo ambiente e le tue relazioni hanno avuto sulla formazione dei tuoi schemi personali di dolore.

7. Inconsciamente aggrapparsi al "lato piacevole" del dolore

Nel bene e nel male, il dolore cronico si insinua nella tua identità col passare del tempo. Il cambiamento è impegnativo, anche quando è positivo. Riconoscendo i vantaggi inaspettati del dolore cronico, può essere più facile lasciarli alle spalle una volta per tutte.

8. Concentrarsi su tutto lavoro, niente gioco

Pensi di poter guarire solo facendo lavorando duramente? Pensa di nuovo! Questo processo non riguarda solo l'eliminazione dei vecchi percorsi dolorosi nel sistema nervoso, ma anche la costruzione di nuovi percorsi (più positivi). Gioia, gioco e gratitudine non sono solo DIVERTIMENTO: sono essenziali per la tua guarigione.

9. Non creare un piano per il futuro

La guarigione è un processo! Non puoi semplicemente presumere che una volta che i sintomi scompaiono, spariranno per sempre. Pianifica in anticipo, incorpora la guarigione nel tuo stile di vita quotidiano e preparati a una vita piena di successo."

 

Traduzione di Filo di Speranza

Leggi articolo originale: qui.

sabato 7 maggio 2022

...la gratitudine quotidiana

(immagine dal web)

Il Quaderno della Gratitudine. Prendete l’abitudine di annotare ogni giorno almeno tre cose per le quali vi sentite grati. Fatelo con regolarità, anche durante le giornate difficili.

Esprimete la vostra gratitudine. Abituatevi a ringraziare con sincerità le persone che vi circondano. Un "grazie" sincero ai vostri cari, al conduttore di autobus, a un collega, al cameriere che vi porta il caffè! Prendetevi il tempo per dire loro che apprezzate la loro presenza. per voi.

Cercate di trovare ogni giorno del tempo per praticare la gratitudine. Vi aiuta a sviluppare una maggiore consapevolezza dei doni che ci offre la vita, e vi aiuta ad apprezzarli appieno. Anche e soprattutto nei momenti difficili. Abbiamo molto più di quello che pensiamo.

E ora scrivete le risposte alla domanda: per cosa siete grati quest’oggi?

Questo video vi può aiutare con qualche suggerimento.


 

sabato 8 gennaio 2022

...stanco di aspettare che il dolore vada via?

(immagine dal web)
 

Per coloro che soffrono di dolore cronico, è importante conoscere meglio i meccanismi che stanno dietro la loro patologia. Sapere è potere!

E qui ci viene in aiuto questo bel sito che si prefigge di darci un nuovo sguardo sul dolore: clicca qui.

Non risolverà magicamente i tuoi problemi, ma ti insegnerà a gestire meglio la quotidianità.

 

martedì 28 dicembre 2021

...addomesticare il dolore cronico

(Per seguire il video in italiano: clicca a destra sulla rotellina/impostazioni e scegli i sottotitoli in italiano)

Concludiamo l'anno con questo video molto esplicativo su cosa è il dolore cronico, ma soprattutto ricordando che si può fare molto per stare meglio e per addomesticare questa bestia che rovina la vita. 

Non sai come fare? Non sai da chi andare? Non sai più cosa altro provare?

Contattaci. Noi siamo qui per aiutarti.

I nostri professionisti si impegneranno per farti ritrovare una migliore qualità di vita. Si può stare meglio, si può guarire. Non credere a chi dice il contrario.

 

domenica 12 dicembre 2021

…il ruolo dell’accettazione e del pensiero catastrofico nel dolore cronico

(immagine dal web)

Pubblicato il: 15 Marzo 2019Autore: Dott.ssa Virginia Valentino

“Il dolore cronico è definito come un dolore che persiste continuamente o episodicamente per più di 3 mesi e che resiste ai trattamenti medici ((NINDS, 2016). Una condizione molto diffusa è quella della lombalgia, cioè il dolore che interessa la parte inferiore della schiena. Questo tipo dolore può avere cause meccaniche o organiche a seconda se incorre in seguito ad incidenti, sollevamenti pesanti, o cambiamenti nella struttura della colonna vertebrale legata all’invecchiamento oppure in seguito a malattie, come ad esempio tumori spinali o, in generale, ossei.

Percepire il dolore in modo continuativo disturba sia fisicamente che psicologicamente e può avere ricadute notevoli anche sul versante sociale ed economico. Infatti non emergono solo difficoltà fisiche, come ad esempio camminare, svolgere attività domestiche o semplicemente stare seduti, in piedi, salire le scale perché il dolore cronico influisce anche sull’interazione sociale, limitando l’attività ed il contatto sociale e rendendo insufficiente la qualità di vita dei pazienti. In questo caso, il costrutto “qualità di vita” è legato a due elementi: la cronicità e l’incontrollabilità del dolore che comprendono il desiderio del sollievo, la rabbia e la frustrazione, il senso di vulnerabilità, paura e preoccupazione, così come l’incertezza del futuro (Bentsen, et al., 2008).

Dal punto di vista psicologico, due aspetti svolgono un ruolo importante nella gestione del dolore cronico: l’accettazione e la catastrofizzazione (Doran, 2014).

L’accettazione è un atteggiamento mentale che aiuta a spostare l’attenzione da qualcosa che non può essere controllato come, appunto, il dolore e le emozioni negative che ne seguono, a qualcosa di più controllabile (McCracken e Eccleston, 2005). McCracken e Eccleston (2003) hanno concluso che, piuttosto che sforzarsi a controllare esperienze incontrollabili come il dolore, le persone che hanno risposto con accettazione hanno riferito dolore meno intenso, meno depressione e ansia e conseguenze meno negative in termini di impedimenti meccanici nella vita quotidiana. Infatti l’accettazione radicale comprende l’impegno ed il perseguire in attività di vita indipendentemente dal dolore stesso e dalla capacità di sperimentare il dolore senza cercare attivamente di evitarlo o ridurlo.

Questo trova corrispondenza nell’evidenza che coloro che cercano di controllare il dolore che, in alcune circostanze è incontrollabile, improvviso, non applicando, quindi, l’accettazione, hanno un impatto negativo in termini di qualità di vita e tendono ad utilizzare uno stile di pensiero basato sulla catastrofizzazione, interpretando in modo eccessivamente negativo l’esperienza di dolore e, pensando di non avere possibilità di controllarlo, ruminando su di esso senza riuscire a regolare il flusso di pensieri e le conseguenze emotive negative (Sturgeon e Zautra, 2013).

La catastrofizzazione correla, infatti, con una esperienza di dolore più intensa, con una soglia del dolore più bassa e con risposte più povere o inefficaci di gestione del dolore stesso.
La catastrofizzazione comprende la ruminazione, che impedisce di sopprimere o distogliere l’attenzione dai pensieri legati al dolore e focalizzarli su altro, la tendenza ad esagerare la spiacevolezza del dolore e l’aspettativa di risultati negativi ed il senso di impotenza, che riflette l’incapacità di poter fare qualcosa di efficace per gestire il momento (Quartana et al., 2009).

Lo studio di Elander del 2009 dimostra che per migliorare la qualità della vita non serve soltanto lavorare sull’accettazione consapevole ma è utile anche ridurre i pensieri catastrofici: l’accettazione ha un impatto positivo sulla qualità della vita, mentre la catastrofizzazione ha un impatto negativo. Quindi, per migliorare la qualità della vita, il livello del catastrofismo dovrebbe essere abbassato e quello dell’accettazione dovrebbe innalzato (Semeru e Halim, 2019). Questo risultato è in linea con gli studi precedenti che hanno dichiarato che una maggiore accettazione è associata a una migliore emotività e ad una migliore attitudine fisica e sociale (Viane et al., 2003).

Queste evidenze hanno notevoli ricadute in termini di trattamento del dolore cronico: molto spesso ci si focalizza solo sulla terapia farmacologica mentre si dovrebbe incoraggiare lo sviluppo di un trattamento più completo per il dolore che comprende vari aspetti, tra cui quello psicologico, aiutando i pazienti a sentirsi meno frustrati, meno arrabbiati o impauriti e più competenti nella gestione degli stati di dolore, senza subirlo passivamente, liberandosi da ruminazioni costanti sulla condizione che si vive. I pazienti possono sentirsi meno indifesi se dotati di armi che hanno i nomi di accettazione radicale e consapevolezza, aspetti collegati alla mindfulness che comprende il vivere il momento presente con un atteggiamento di apertura e non giudizio.”

Leggi articolo originale: qui