Epidemiologia
La diffusione di questo disturbo è sottostimata. Alcune
statistiche europee (Francia, criteri di Nantes) parlano di 1 caso ogni 5 mila
abitanti, nelle donne è frequente il doppio che nei maschi. Tuttavia il dato
epidemiologico non è attendibile, poiché spesso il disturbo è sottaciuto dal
paziente o mal diagnosticato dal medico. Essendo coinvolta la sfera genitale,
con tutto il suo portato anatomico e funzionale, non poche volte il disturbo è
considerato psichiatrico o psicosomatico.
Cause
Le cause sono spesso in relazione ad un entrapment
(intrappolamento) anatomico del nervo pudendo, il quale ha un decorso piuttosto
tortuoso all’interno della pelvi e contrae rapporti anatomici con molteplici
strutture, come muscoli e ligamenti. Il dolore nevralgico del nervo può essere
anche iatrogeno, cioè provocato da incaute manovre ginecologiche, ostetriche o chirugiche
sul perineo, oppure derivare da insulti meccanici con traumi acuti o ripetuti
in zona perineale, come in alcune attività fisiche protratte (per esempio,
ciclismo). Una lesione del nervo pudendo può essere anche il risultato di infezioni,
infiammazioni idiopatiche o tumori delle strutture perineali contigue.
Diagnosi
La diagnosi è semplice e complicata al contempo. Per
anni sono stati usati dei criteri diagnostici (Nantes):
1.
Dolore nella regione innervata dal pudendo, nella zona del perineo, dei
genitali e/o in qualche parte della zona di seduta (glutei). Sono coinvolte
nella donna la vagina, le piccole e grandi labbra, il clitoride, l’ano e la
zona perianale. Nell’uomo: il pene, i testicoli, l’ano e la zona perianale.
2.
Peggioramento
del sintomo dolore nella posizione seduta
3.
Drastica
riduzione del dolore e del disagio durante il sonno
4.
Assenza
di deficit somestesico (esame con ago delle sensibilità)
5.
Forte
riduzione temporanea del dolore con il blocco anestetico del nervo (lidocaina)
in procedura TAC guidata
Tali criteri sono molto datati, ma mancano
aggiornamenti poichè mancano studi su vasta scala, con un numero sufficiente di
casi. Spesso tale nevralgia è confinata nell’elenco delle malattie rare!
Importante nella diagnosi è soprattutto l’esperienza
clinica e l’attento ascolto del paziente nella anamnesi e nella descrizione del
sintomo dolore.
Sintomatologia
Sintomo principe è il dolore in area perineale. Il
dolore piu spesso è unilaterale, ma vi sono casi in cui può essere anche
bilaterale. A volte si irradia anche all’arto inferiore, quando soprattutto la
nevralgia nasce nella zona sacrale, in relazione ad alterazioni di rapporti
statico-posturali del bacino, che causano sofferenza sui forami di emergenza
delle radici spinali e sui nervi radicolari, come lo sciatico.
Si tratta di un tipo di dolore
cronico che cambia la vita e che soffre di poche attenzioni e scarsa ricerca.
Chi ne è affetto può girare per anni per ottenere una diagnosi che dia almeno
un nome a quel dolore. Non è raro che i pazienti si sentano dare del ‘pazzo’:
“lei non ha nulla, vada da uno psicologo” dicono i medici.
È un dolore di tipo bruciante, urente, di intensità insopportabile e
perdura tutto il giorno. Il
bruciore può essere interno alla vagina e/o al pene, spesso esteso agli organi
genitali esterni e all’uretra. Può
esserci un forte disagio e un aumento del dolore quando si urina o si defeca.
Nella
fase iniziale, l’intensità del dolore è soggettivamente insopportabile, devastante.
Alla scala VAS (scala visivo-analogica) il paziente lo colloca a 10 su 10.
Tipicamente, il dolore è presente tutto il giorno e tutti i giorni, tende ad aumentare
gradualmente nell’arco della giornata e diventa insostenibile la sera. Ecco
perchè i pazienti, nel corso delle settimane, mesi, anni, in cui vivono con questo dolore, imparano
a dosare le loro energie durante il giorno per non arrivare spossati alla sera.
Questo comporta una forte riduzione delle relazioni sociali, notevoli disagi
sul lavoro, totale rinuncia a viaggi, sport, attività di svago, dato che la
posizione seduta non può essere mantenuta a lungo.
Il
paziente deve imparare a convivere con una continua e altalenante sensazione di
aghi e spilli nelle parti intime e nell’addome, a volte come scosse elettriche
a livello addominale e genitale, soprattutto nelle posizioni di riposo, e
dolore urente, continuo, insopportabile nelle attività quotidiane.
I
rapporti sessuali sono per lo piu dolorosi e inducono nel paziente una sorta di
condizionamento al rifiuto per non sentire il riesacerbarsi del dolore durante
e dopo il coito.
Si
può riscontrare un’oggettiva riduzione di sensibilità tattile nell’area
genitale (esame ad ago) e una sgradevole sensazione soggettiva di corpo
estraneo nell’ano e nella vagina, o disestesia sul pene.
Conclusioni
Se
vi riconoscete in alcuni o in tutti i sintomi sopra elencati, potreste essere
affetti dalla nevralgia del pudendo.
Come
si esce da questo tunnel, in cui il dolore è insopportabile, il medico non
capisce, la società sembra indifferente?
Tale
patologia merita una presa a carico interdisciplinare: neurologo, ginecologo,
urologo, fisioterapista, agopuntore, osteopata, infermiere, devono collaborare
nell’affrontare il problema, nel fare corretta diagnosi, nell’approntare una
corretta terapia, nel non fare sentire solo e disperato il paziente.
Se
curato adeguatamente, il dolore della nevralgia del pudendo, cosí potente a
volte da far desiderare la morte, può essere curato!
Esiste
un percorso terapeutico, nel quale il dolore diminuisce gradatamente e la guarigione
diventa possibile!
Vi
è un filo di speranza!
Per approfondimenti, vedi anche: