lunedì 20 dicembre 2021

...Natale è bambino


Natale è bambino. Tagore scriveva…
“(…) I bambini si incontrano con grida e danze
sulla spiaggia di mondi sconfinati. (…)”.

Binyon sembra fargli eco con le due bambine vestite di stracci che danzano, e in quel vorticare di piedini trovano un piacere completo. La poesia data di fine 1800/inizio 1900. L’ho letta per la prima volta quasi trent’anni fa, in un libricino polveroso comperato per 1$ da un robivecchi in capo al mondo.
Chissà quante traversate avrà fatto questo libro, mi sono chiesta… e senza pensarci due volte, mi sono fatta carico di riportarlo in Europa, a casa sua. E ogni volta che lo apro, vado a cercare queste parole che mi hanno folgorata.
La poesia è ambientata in una Londra povera, piena di ingiustizie, dove i bambini erano usati come sguatteri, sfruttati, venduti. I vicoli scuri, inondati di nebbia, così bui che si mangiano la luce dei pochi lampioni. E sento il gelo dell’inverno vissuto all’aperto. Immagino quella taverna con tavolacci di legno imbanditi di ogni bene. Un camino che scoppietta, l’odore del fumo e dell’alcool degli avventori, il profumo della cena delle feste, la musica sgangherata di chi prova a rallegrare gli ubriachi che annegano i dolori di una esistenza inutile e grama.
Il Natale è bambino, perché nonostante il buio, il freddo, lo stomaco vuoto… il Natale guarda alla vita con gli occhi di un bambino: gli bastano una luce e due note per restarne incantato.

Anche quest’anno il mio augurio è quello di trovare l’incanto del Natale.

Elena Pellanda – Presidente Filo di Speranza

 

Nessun commento:

Posta un commento