giovedì 30 aprile 2020

...andare incontro all'alba



Anche se il timore avrà più argomenti, scegli la speranza.
(Seneca)

Con il dolore cronico, la lista dei “non posso più” è interminabile e fa male elencarla. Sembra una sentenza definitiva al vivere, un lockdown cento volte peggio di quello che stiamo vivendo in questo periodo storico.
Ma non è così. Qualcosa si può sempre fare.
Senza andare lontano, anche in una mattina fresca e trapuntata di nuvole temporalesche… usciamo lo stesso. Andiamo a fare due passi. Respiriamo l’alba, riempiamoci le orecchie dei pigolii degli anatroccoli che si rincorrono fra le barche tirate a riva lago… e chissenefrega se non è l’Oceano Indiano. Il museo è chiuso, tanto non potresti fare ore di coda… ma che te ne importa?
Dietro l’angolo c’è qualcosa di maggior valore, sempre aperta dal 1500, e con un affresco grande come una chiesa. Sì! hai indovinato, è la Chiesa di Santa Maria degli Angeli.
Un’opera d’arte che non sei mai riuscito ad ammirare in tutto il suo splendore. Entraci. Credimi, vale molto di più di un Van Gogh. E parla di rinascita… quel percorso che tutti noi ti aiuteremo ad affrontare.

lunedì 27 aprile 2020

...distrai il dolore

(immagine dal web)

 “Questo dolore
 che vagli tra le maglie di un tuo cribro
svanisce un po' nel contemplare un fiore
si scorda fra le pagine di un libro.

(Francesco Guccini)

Premesso che è arduo far finta di nulla quando il dolore ti schianta, a volte poi c’è solo lui e tu ne vieni risucchiata prepotentemente.
Ma negli altri momenti in cui accenna ad attenuarsi, si può cercare di distrarlo il dolore.
Focalizzare la mente su qualcosa di preciso, così da non dare spazio a null’altro.
Abbiamo già menzionato la meditazione e pratiche simili, molto importanti.
Andando oltre, al riguardo è anche utile immergersi in una qualche attività che ci assorba piacevolmente e completamente senza però stancarci oltremodo: per esempio leggere da sdraiati sul divano o meglio in giardino per chi ce l’ha, dipingere, cucinare, telefonare a una persona cara, ascoltare musica, fare modellini di navi (per chi ha questo hobby), ecc..
Visto che non ci si può sedere per ovvi motivi, scegliere attività che si possono fare da sdraiati o in posizione eretta.
Vietato restarsene allettati e annegare nel dolore, perché come disse una volta Frida Khalo:
“Ho imparato ad affogare i miei dolori, ma hanno imparato a nuotare”.
Cerchiamo quindi di distrarci nel limite del possibile.

mercoledì 22 aprile 2020

...lezioni sul dolore - no. 8

(immagine dal web)


-Ai medici manca il vocabolario per descrivere i sintomi, e dunque, quando glieli racconti, fanno fatica a capirli. Mentre descrivevo come è il mio mal di testa, come è la mia spossatezza, come è il mio bruciore di stomaco, mi ascoltavano a bocca aperta, come rivelassi loro un mondo inaudito. Erano incantati, e mi hanno detto: “ma lei dovrebbe scrivere un libro di semeiotica medica!”-

Vittorio Lingiardi, Diagnosi e destino, edizioni Einaudi 
(brano tratto da pag. 30 parla Patrizia Cavalli)


E proprio perché l’Arte non necessita di parole… guardate questo video della BBC:
Poco importa se non sapete l’inglese. Le opere che vedrete, sono come l’artista ha trasposto i racconti del dolore di alcuni malati cronici. Ha cercato di dare corpo, forma e sensazioni a esperienze inenarrabili . 


martedì 14 aprile 2020

...lezioni sul dolore - no. 7


(immagine dal web)

7. “Ogni dolore ha la sua prosa, e va rispettato”

Uno strumento molto utile per tener traccia dell’evolversi del dolore è la scala VAS (ossia: visual analog scale). La più comune è quella numerata da 0 a 10 (0 nessun dolore, 10 insopportabile).
Noi ne abbiamo preparata una più simpatica, con le faccine: la trovate nella colonna a destra in fondo. Potete scaricarla facilmente salvando l’immagine e poi stamparla quante volte volete.

Quando il dolore è cronico, si ha come l’impressione di essere finiti in fondo a un pozzo, da cui non si vede nemmeno uno spiraglio di luce. Il dolore ci assorbe e tutto il resto scompare. E non ci accorgiamo dei piccoli miglioramenti che invece succedono. A volte impercettibili, a volte sotto forma di brevi momenti di sollievo che poi svaniscono ma ritornano successivamente… e se non ne teniamo traccia, ce ne scordiamo e restiamo nella convinzione che stiamo marciando sul posto e che tutto è sempre buio.

Prendetevi il tempo di fare almeno una crocetta ogni sera, accanto alla data, sotto la faccina che più rispecchia l’andamento della giornata.

Se volete andare oltre, potete pure tenere una specie di diario di bordo annotando meteo/umore/cose che avete fatto e che in bene o in peggio hanno influito su di voi/sedute di agopuntura o fisioterapia/farmaci che prendete ecc. 
Tutto quello che ritenete utile e importante.

Queste informazioni possono poi essere materia di discussione con il vostro medico curante.
Capire se ci sono delle relazioni fra i vari punti e quant’altro.
Inoltre, sapere che il dolore cambia, come e perché; sapere che ogni tanto si sta meglio… tutto aiuta a dare forza e speranza. Il percorso è lungo, ma si fa tutto a piccoli passi. E ogni passo, seppur piccolo, conta.