In più occasioni abbiamo constatato quanto le persone
affette da dolore cronico siano svantaggiate. Purtroppo dopo anni di malattia,
i pazienti si ritrovano senza accesso alle complementari, in AI o con rendite modeste. E tutti questi fattori messi
assieme sono un grosso problema quando si tratta di doversi sottoporre a
terapie integrative, perché l’utente deve accollarsi tutti i costi e questo a
volte non è sostenibile finanziariamente (per quanto i nostri operatori in
questi casi applichino tariffe inferiori).
Abbiamo quindi deciso di farci affiancare da qualcuno che di
queste cose se ne intende, e che offre gratuitamente la propria consulenza.
Siamo felici di averli come partner e per ogni necessità vi affidiamo alla loro
esperienza e competenza.
La Ticino Confronti viene fondata nel 2010 come una collaborazione tra diversi agenti e assicuratori già presenti da anni sul territorio Nazionale e internazionale, dalla comprovata esperienza nei diversi settori della previdenza privata e professionale.
Ed è proprio questa fusione di esperienze a dar vita al nostro punto di forza, ovvero la diversificazione dei servizi forniti.
La nostra società è in grado, infatti, di potervi consigliare su tutti i fronti, a partire dalla cassa malati, per la quale i nostri esperti offrono diverse soluzioni di confronto per valutare l’opzione migliore in base alle vostre esigenze sia per l’assicurazione di base LAMAL che per le assicurazioni complementari LCA;
Per le polizze auto, aiutandovi a scegliere la copertura più adatta e completa;
Per la vostra casa e la vostra impresa, indicandovi le combinazioni su misura per proteggere le cose e le attrezzature a cui tenete, fino ad elaborare soluzioni personalizzate per il vostro futuro, i vostri figli, il vostro patrimonio, gli ammortamenti ipotecari e il pensionamento vagliando con attenzione le diverse opzioni previdenziali che offre il mercato.
Affidate alla nostra esperienza le vostre necessità, lasciatevi alle spalle i grattacapi della burocrazia, degli aumenti continui e del mercato sempre più caotico e aggressivo.
Da oggi alla vostra sicurezza ci pensiamo noi. Assicurato.
Sempre al vostro servizio, lo staff della Ticino Confronti.
Ticino Confronti offre anche un prodotto molto utile e
conveniente. Si tratta di:
Con un piccolo importo mensile, senza presentare nessuno stato
di salute, permette a chiunque di avere il 50% di rimborso su molte prestazioni
di medicina complementare: occhiali, agopuntura, cure dentarie, mezzi
ausiliari, aiuto a domicilio, trasporti, e molto molto altro ancora.
Si sta avvicinando il periodo natalizio, e anche noi vogliamo farvi un regalo. Continuate a leggere questo blog, e a dicembre scoprirete cosa vi metteremo sotto l’albero.
Ann-Marie D'arcy-Sharpe è una donna che soffre
di dolore cronico, più precisamente di fibromialgia, e anche lei ha deciso di
tendere una mano a coloro che sono nella stessa condizione: ha un blog in cui affronta tutto il mondo del
dolore cronico e offre suggerimenti per stare meglio.
“Il concetto del dolore cronico di "essere
per sempre"
Quando ti viene diagnosticato un dolore cronico, è normale
che ti venga detto che non c'è molto che i medici possano fare. Molti vengono
mandati via senza una diagnosi a causa dello stigma. Coloro che vengono
diagnosticati vengono raramente indirizzati a un trattamento appropriato. A
molti viene detto che dovranno "imparare a convivere" con il loro
dolore cronico.
Questa è stata la mia esperienza. Quando mi è stata
diagnosticata la fibromialgia, non mi è mai stata data alcuna indicazione che fosse
curabile. Non mi sono mai state offerte terapie psicologiche o alcun tipo di
trattamento efficace. Andavo regolarmente via dall'ambulatorio dello specialista
con l'impressione che questa sarebbe stata la mia vita adesso e che avrei
dovuto cercare di andare avanti con le cose come stavano. Fino a quando non ho
iniziato a fare le mie ricerche, non avevo idea che i miei sintomi potessero
migliorare, che avrei potuto tornare al lavoro e alle attività che mi piacevano
e che avrei potuto vivere una vita piena!
Quando senti che il dolore cronico è per sempre, il futuro
può sembrare scoraggiante. Inizi a chiederti se puoi fissare obiettivi per il
futuro, se sarai mai in grado di funzionare e goderti la vita.(...)
Il fatto che ci siano trattamenti là fuori che possono
aiutare le persone a riprendersi la vita, ma le persone non ne sono
consapevoli, è una situazione che non va bene. Nessuno merita di sentire di non
avere speranza, quando sono disponibili opzioni scientificamente provate,
facilmente accessibili ed economiche!”
(estratto dal film "Cake" con Jennifer Aniston) Jennifer Aniston interpreta una donna affetta da dolore cronico. Disperata, va in Messico per acquistare oppiacei.
Tutti i pazienti affetti da dolore cronico sanno quanto tardi arriva la diagnosi. Per non parlare di quanto spesso si viene curati (in buona fede ma in modo sbagliato) con un uso massiccio di benzodiazepine, che stordiscono ma non risolvono il problema del dolore cronico. Bisogna fare molta attenzione. I pazienti mal-curati possono ridursi a dipendenze nocive, a tossicodipendenze. E nei casi estremi a fare capo anche al mercato illegale pur di procurarsi certe sostanze. Negli Stati Uniti è diventato un fenomeno molto allarmante. Per chi vuole approfondire questo tema, vi rimando a questo articolo: clicca qui
Qui di seguito invece, un estratto da un libro molto interessante
pubblicato nel 2015 ma tuttora attuale (analgesici oppioidi: uso, abuso ed
addiction):
“(…) Il dolore cronico è pertanto poco trattato perché: • Non c’è l’abitudine a rilevare e a misurare il dolore da parte dei medici; • Non è considerato una priorità; • Vi sono carenze culturali circa la sua fisiopatologia e natura; • Vi sono carenze culturali circa il trattamento che non è solo farmacologico; • Vi è il timore della dipendenza dagli oppiacei; • Non vi è sufficiente formazione di medici e infermieri esperti nell’area dolore.
Da quanto emerso nel precedente
paragrafo possiamo affermare che per affrontare il dolore sarà necessario
sapere quale meccanismo patogenetico determina il quadro doloroso, alfine di
poterlo contrastare con la prescrizione di una terapia appropriata. (…)
Inoltre per trattare
appropriatamenteil dolore cronico sarà
necessario attivare più trattamenti chespesso potrebbero e dovrebbero coesistere. Alla luce delle caratteristiche
del dolore e della possibile coesistenza di differenti meccanismi che ne sostengono
e ne perpetrano la sussistenza, la combinazione di più terapie mirate può
risultare essere più efficace e meno rischiosa per il paziente, evitando l’uso di
analgesici in mono-terapia a dosi elevate. Questo approccio potrebbe evitare in
un prossimo futuro quello che sta succedendo in USA dove la terapia cronica con
oppiacei sta portando ad un crescente allarme, anche a carattere sociale e
quindi non solo medico-sanitario.(…)”
“Tensione è chi pensi che dovresti essere, pace è chi sei” (proverbio cinese)
7. La
meditazione per stare meglio
“L’introduzione della
consapevolezza nell’insieme dei processi sensoriali in un certo senso favorisce
la percezione e l’integrazione del cervello con il corpo e con una visione più
ampia dell’esperienza stessa. Almeno così ci sembra. Forse è vero che la
corteccia somatosensoriale si modifica in risposta a regolare pratica di
meditazione di questo genere; quel che è certo è che, a mano a mano che ci
sintonizziamo sulle varie dimensioni del panorama corporeo, noi sentiamo che la
nostra consapevolezza del corpo si fa sempre più raffinata, più sottile, più
sensibile, più ricca di sfumature emozionali. E questa sensazione è supportata
dai resoconti dei tantissimi pazienti che praticano la meditazione: questi
riferiscono i cambiamenti profondi che produce la pratica dell’esplorazione del
corpo quotidiana, per un periodo di svariate settimane, nella relazione che
hanno con il dolore cronico o con il cancro o con la cardiopatia, con la paura
che provano, con il loro modo di vedere il proprio corpo. Non di rado accade
che mentre si pratica l’esplorazione del corpo si percepiscano le sensazioni
fisiche in maniera più acuta, al punto da sentire anche più dolore, una
maggiore intensità di sensazioni in certe zone. Allo stesso tempo, inoltre, nel
contesto della pratica di consapevolezza si accolgono le sensazioni con
maggiore precisione e cura, quali che siano la loro natura e intensità, e si
sovrappongono loro meno strati di interpretazioni, giudizi e reazioni come
l’avversione e gli impulsi di fuga.
Nell’esplorazione del corpo noi sviluppiamo un’intimità maggiore con la
sensazione nuda e cruda, ci apriamo a quello scambio di dare-e-ricevere che è
proprio della reciprocità fra le sensazioni in sé e la consapevolezza che ne
abbiamo. Ne risulta, non di rado, che le sensazioni ci disturbano di meno, o in
un modo diverso, più saggio, anche quando sono piuttosto acute. La
consapevolezza insegna a lasciare che le sensazioni siano come sono e ad
accoglierle senza che inneschino una gran reattività emotiva e la solita
turbolenta attività di pensiero che ne consegue. A volte parliamo di
consapevolezza e discernimento discriminanti, ossia di questo « non abbinamento
» della dimensione sensoriale dell’esperienza del dolore con le dimensioni
emozionali e cognitive del dolore stesso; questo si può verificare
spontaneamente. Nel processo a volte l’intensità delle sensazioni stesse si
riduce; in ogni caso chi le prova può arrivare a considerarle meno pesanti,
meno debilitanti.
È come se la consapevolezza stessa, soffermandosi con le sensazioni
senza giudicarle né reagire loro, guarisca la visione che abbiamo del corpo e
le permetta di venire a patti, almeno in parte, con le sue condizioni così come
sono al presente; in questo modo le sensazioni smettono di esercitare una
continua erosione della qualità della nostra vita, anche in presenza di dolore
o malattia. Essere consapevoli del dolore è davvero tutt’un mondo diverso,
rispetto a esserne prigionieri e in lotta perenne; basta fare un solo passo
dentro quel mondo per trovarvi un po’ di soccorso e di sollievo. In sé questa è
già un’esperienza liberatoria: è una profonda liberazione, almeno in quel
momento, da un modo più ristretto di vivere l’esperienza del dolore quando non
viene considerata come pura e semplice sensazione. Non si tratta in alcun senso
di una cura: si tratta di un processo in cui ci si apre e si impara e si accetta
di navigare sugli alti e bassi di quello che in precedenza era impenetrabile e
ingestibile.
Alle persone che vengono alla Clinica per la riduzione dello stress
diciamo: « Quale che sia la vostra situazione, in qualunque condizione vi
troviate, per quanto dolore e sofferenza abbiate sopportato finora, per quanta
disperazione possiate provare, se vi dedicate con tutti voi stessi alle
pratiche di meditazione molto probabilmente arriverete a scoprire almeno che
potete fare qualcosa per la vostra condizione. E a volte questo ‘qualcosa’ è
tantissimo, è un’enorme rivelazione ».
La vita risponde in modo davvero notevole all’attenzione saggia, forse
anche per la profonda plasticità del sistema nervoso; ma l’attenzione saggia
richiede che noi, di fronte alle grandi sfide della vita, specie a quelle che
portano con sé grandissima sofferenza e lutto, davanti a tutto il dolore e la
confusione e perfino alla disperazione, si sia disposti a fare un certo genere
di lavoro su noi stessi e con noi stessi, un lavoro che nessuno sulla faccia
della Terra può fare al posto nostro, per quanto lo desideri, magari, per
quanto affetto abbia per noi, per quanto dispiacere possa provare per noi, per
quanto ci stia aiutando in tutti i modi possibili.
Nel campo dell’esperienza interiore ed esteriore le cose sono
modificabili a un livello stupefacente; lo sono molto di più se ci si alza e ci
si rimbocca le maniche: a volte soltanto a quella condizione. Potrebbe essere
il compito più difficile al mondo; per quel che mi riguarda credo che coltivare
la consapevolezza e assaporare la libertà dalla mente condizionata sia davvero
il compito più difficile che ci sia al mondo.
Ma in fin dei conti che altro fare? A essere appesa a un filo, in
equilibrio, è la propria stessa vita; già per questa ragione si tratta non solo
di una sfida ardua, ma anche di un lavoro che dà profonda soddisfazione. Vi si
scopre che essere pienamente presenti è già di per sé proprio appagante,
occuparsi di quello che c’è in modo non reattivo e non giudicante anche quando
— specialmente quando — si tratta di paura, solitudine, confusione e della
sofferenza psichica che accompagna questo genere di stati mentali. Scopriamo
che su questi stati mentali e fisici si può lavorare, il che significa in
ultima analisi che sono passibili di profonda guarigione.”
Gli esperti di medicina mente-corpo sollecitano la piena integrazione
della riduzione dello stress nella cura e nella ricerca
In una prospettiva pubblicata sul
New England Journal of Medicine, i ricercatori del Benson-Henry Institute (BHI)
per la medicina del corpo e della mente del Massachusetts General Hospital
(MGH) chiedono un uso più ampio delle pratiche mente-corpo.
In un'epoca in cui la
meditazione, lo yoga e la consapevolezza aumentano di popolarità per il
benessere generale, il pezzo sottolinea la necessità di integrare completamente
queste pratiche di riduzione dello stress nei piani di trattamento dei pazienti
e nella ricerca medica.
Lo stress va ad esacerbare
l'ansia e la depressione, e svolge un ruolo in condizioni come malattie
cardiovascolari, disturbi autoimmuni, sindrome dell'intestino irritabile, mal
di testa e dolore cronico, secondo l'autore principale Michelle Dossett, MD,
Ph.D., della UC Davis Health.
"Riducendo la risposta allo
stress del corpo, le pratiche mente-corpo possono essere un potente complemento
in medicina aiutando a diminuire i sintomi dei pazienti e migliorando la loro
qualità di vita", afferma Dossett, che era un medico e ricercatore al BHI
quando la prospettiva è stata scritta.
Nonostante il suo recente aumento
di popolarità tra il grande pubblico, la medicina mente-corpo non è nuova. I
ricercatori del BHI integrano il campo della medicina mente-corpo nei programmi
di assistenza clinica, ricerca e formazione di MGH dal 2006.
Le prime ricerche sui vantaggi di
tali tecniche risalgono a oltre 40 anni fa, quando il fondatore dell'istituto e
autore senior della prospettiva, Herbert Benson, MD, divenne uno dei primi
medici occidentali a portare spiritualità e guarigione in medicina ed è famoso
per il suo lavoro con la Risposta di Rilassamento.
"La Risposta di Rilassamento",
afferma Benson, "è una capacità innata e antistress che trascende le
differenze che separano la mente dal corpo, la scienza dalla spiritualità e una
cultura dall'altra".
Al BHI, la medicina mente-corpo è
ampiamente riconosciuta come la terza gamba di uno sgabello a tre gambe: la
prima gamba è la chirurgia, la seconda è la farmacologia e la terza è la cura
di sé, in cui i pazienti apprendono tecniche per migliorare la propria salute
attraverso medicina mente-corpo, nutrizione ed esercizio fisico.
"La medicina occidentale ha
prodotto benefici per la salute rivoluzionari attraverso i progressi nelle
farmacoterapie e nelle procedure", descrivono i ricercatori nella
prospettiva. "Ora deve affrontare enormi sfide nel combattere le malattie
non trasmissibili legate allo stress.
... Il dolore cronico, spesso perpetuato dallo stress psicosociale, è diventato
un'epidemia che il nostro arsenale farmaceutico è scarsamente attrezzato per
gestire e i costi medici continuano a salire. Le terapie mente-corpo possono
essere un utile complemento nella gestione del dolore cronico e di altre
malattie non trasmissibili legate allo stress promuovendo la resilienza
attraverso la cura di sé ".
L'articolo affronta anche le
nozioni preconcette di medicina mente-corpo dei pazienti scettici, nonché le
barriere previste per la copertura dei servizi e l'educazione dei medici
sull'uso appropriato di questi strumenti. Queste sfide rafforzano ulteriormente
la necessità di continuare la ricerca e gli investimenti nello sviluppo e nell'attuazione
di pratiche personalizzate per massimizzare il loro potenziale di salute
pubblica.
Dossett e i suoi colleghi
rilevano anche come che le pratiche mente-corpo possono essere utili per
ridurre lo stress correlato all'epidemia di COVID-19.
Benson e il coautore della
prospettiva Gregory Fricchione, MD, che è l'attuale direttore del BHI, guidano
il campo della medicina mente-corpo e della ricerca per contrastare gli effetti
dannosi dello stress, promuovendo così la salute e riducendo la vulnerabilità
alle malattie legate allo stress. Dossett, che si è formata e ha avuto come
mentori Fricchione e Benson, sposta la ricerca sulla medicina mente-corpo oltre
le mura del BHI presso l'UC Davis Health come ricercatore principale in
medicina integrativa e assistente professore di medicina interna.
Traduzione di Filo di Speranza.
More information:
Michelle L. Dossett et al. A
New Era for Mind–Body Medicine, New England Journal of Medicine (2020). DOI:
10.1056/NEJMp1917461