martedì 28 dicembre 2021

...addomesticare il dolore cronico

(Per seguire il video in italiano: clicca a destra sulla rotellina/impostazioni e scegli i sottotitoli in italiano)

Concludiamo l'anno con questo video molto esplicativo su cosa è il dolore cronico, ma soprattutto ricordando che si può fare molto per stare meglio e per addomesticare questa bestia che rovina la vita. 

Non sai come fare? Non sai da chi andare? Non sai più cosa altro provare?

Contattaci. Noi siamo qui per aiutarti.

I nostri professionisti si impegneranno per farti ritrovare una migliore qualità di vita. Si può stare meglio, si può guarire. Non credere a chi dice il contrario.

 

lunedì 27 dicembre 2021

…terapia di ritrattamento del dolore


Immagine: dopo un trattamento PRT di successo per il dolore addominale, un sedicenne di nome Casey ha avuto profondi cambiamenti cerebrali nella sua rete di modalità predefinita (che è associata a paura e ruminazione).

(…) La ricerca per il dolore cronico

I ricercatori hanno sviluppato un tipo di trattamento chiamato terapia di ritrattamento del dolore (PRT) per aiutare il cervello a “disimparare” questo tipo di dolore. PRT insegna alle persone a percepire i segnali di dolore inviati al cervello come meno minacciosi. I terapisti invitano i partecipanti a fare movimenti dolorosi mentre li aiutano a rivalutare le sensazioni che provano. Il trattamento include anche l’allenamento nella gestione delle emozioni che possono peggiorare il dolore.

Per il primo test clinico di PRT, un team dell’Università del Colorado ha arruolato 151 persone con mal di schiena cronico da lieve a moderato per il quale non è stato possibile trovare alcuna causa fisica. I partecipanti hanno ricevuto uno dei tre trattamenti: quattro settimane di PRT intensivo, un’iniezione placebo di soluzione salina nella parte posteriore o una continuazione delle cure come al solito.

I partecipanti hanno valutato il loro dolore prima e quattro settimane dopo l’inizio del trattamento. Sono stati anche sottoposti a scansioni fMRI per esaminare l’attività cerebrale prima e dopo il trattamento. Il team ha seguito i partecipanti un anno dopo.

Lo studio è stato finanziato dal National Institute on Drug Abuse (NIDA) del NIH. I risultati sono stati pubblicati il 29 settembre 2021 su JAMA Psychiatry.

Dopo 4 settimane di PRT, il 66% delle persone sottoposte alla terapia ha riferito di essere indolore o quasi indolore. Al contrario, solo il 20% delle persone che hanno ricevuto iniezioni di placebo e il 10% di quelle che hanno ricevuto cure abituali hanno riportato miglioramenti simili. Le riduzioni del dolore dopo PRT sono state in gran parte mantenute un anno dopo il trattamento.

Risultati dello studio

Le scansioni fMRI hanno rivelato che, rispetto agli altri due gruppi, le persone che hanno ricevuto PRT hanno avuto sostanziali riduzioni dell’attività cerebrale in diverse regioni associate all’elaborazione del dolore.

Per molto tempo, abbiamo pensato che il dolore cronico fosse dovuto principalmente a problemi nel corpo, e la maggior parte dei trattamenti fino ad oggi ha mirato a questo. Questo trattamento si basa sulla premessa che il cervello può generare dolore in assenza di lesioni o dopo che una lesione è guarita e che le persone possono disimparare quel dolore. Lo studio dimostra che funziona.

Questo non sta suggerendo che il dolore avvertito non sia reale. Ciò significa che se le cause sono nel cervello, anche le soluzioni potrebbero esserci.

I volontari erano relativamente ben istruiti e fisicamente attivi. Sono necessari ulteriori studi per valutare l’approccio in popolazioni più diverse e con altri tipi di dolore cronico.

Leggi articolo completo: qui

Ulteriori spunti, video e informazioni: qui.

 

lunedì 20 dicembre 2021

...Natale è bambino


Natale è bambino. Tagore scriveva…
“(…) I bambini si incontrano con grida e danze
sulla spiaggia di mondi sconfinati. (…)”.

Binyon sembra fargli eco con le due bambine vestite di stracci che danzano, e in quel vorticare di piedini trovano un piacere completo. La poesia data di fine 1800/inizio 1900. L’ho letta per la prima volta quasi trent’anni fa, in un libricino polveroso comperato per 1$ da un robivecchi in capo al mondo.
Chissà quante traversate avrà fatto questo libro, mi sono chiesta… e senza pensarci due volte, mi sono fatta carico di riportarlo in Europa, a casa sua. E ogni volta che lo apro, vado a cercare queste parole che mi hanno folgorata.
La poesia è ambientata in una Londra povera, piena di ingiustizie, dove i bambini erano usati come sguatteri, sfruttati, venduti. I vicoli scuri, inondati di nebbia, così bui che si mangiano la luce dei pochi lampioni. E sento il gelo dell’inverno vissuto all’aperto. Immagino quella taverna con tavolacci di legno imbanditi di ogni bene. Un camino che scoppietta, l’odore del fumo e dell’alcool degli avventori, il profumo della cena delle feste, la musica sgangherata di chi prova a rallegrare gli ubriachi che annegano i dolori di una esistenza inutile e grama.
Il Natale è bambino, perché nonostante il buio, il freddo, lo stomaco vuoto… il Natale guarda alla vita con gli occhi di un bambino: gli bastano una luce e due note per restarne incantato.

Anche quest’anno il mio augurio è quello di trovare l’incanto del Natale.

Elena Pellanda – Presidente Filo di Speranza