lunedì 27 dicembre 2021

…terapia di ritrattamento del dolore


Immagine: dopo un trattamento PRT di successo per il dolore addominale, un sedicenne di nome Casey ha avuto profondi cambiamenti cerebrali nella sua rete di modalità predefinita (che è associata a paura e ruminazione).

(…) La ricerca per il dolore cronico

I ricercatori hanno sviluppato un tipo di trattamento chiamato terapia di ritrattamento del dolore (PRT) per aiutare il cervello a “disimparare” questo tipo di dolore. PRT insegna alle persone a percepire i segnali di dolore inviati al cervello come meno minacciosi. I terapisti invitano i partecipanti a fare movimenti dolorosi mentre li aiutano a rivalutare le sensazioni che provano. Il trattamento include anche l’allenamento nella gestione delle emozioni che possono peggiorare il dolore.

Per il primo test clinico di PRT, un team dell’Università del Colorado ha arruolato 151 persone con mal di schiena cronico da lieve a moderato per il quale non è stato possibile trovare alcuna causa fisica. I partecipanti hanno ricevuto uno dei tre trattamenti: quattro settimane di PRT intensivo, un’iniezione placebo di soluzione salina nella parte posteriore o una continuazione delle cure come al solito.

I partecipanti hanno valutato il loro dolore prima e quattro settimane dopo l’inizio del trattamento. Sono stati anche sottoposti a scansioni fMRI per esaminare l’attività cerebrale prima e dopo il trattamento. Il team ha seguito i partecipanti un anno dopo.

Lo studio è stato finanziato dal National Institute on Drug Abuse (NIDA) del NIH. I risultati sono stati pubblicati il 29 settembre 2021 su JAMA Psychiatry.

Dopo 4 settimane di PRT, il 66% delle persone sottoposte alla terapia ha riferito di essere indolore o quasi indolore. Al contrario, solo il 20% delle persone che hanno ricevuto iniezioni di placebo e il 10% di quelle che hanno ricevuto cure abituali hanno riportato miglioramenti simili. Le riduzioni del dolore dopo PRT sono state in gran parte mantenute un anno dopo il trattamento.

Risultati dello studio

Le scansioni fMRI hanno rivelato che, rispetto agli altri due gruppi, le persone che hanno ricevuto PRT hanno avuto sostanziali riduzioni dell’attività cerebrale in diverse regioni associate all’elaborazione del dolore.

Per molto tempo, abbiamo pensato che il dolore cronico fosse dovuto principalmente a problemi nel corpo, e la maggior parte dei trattamenti fino ad oggi ha mirato a questo. Questo trattamento si basa sulla premessa che il cervello può generare dolore in assenza di lesioni o dopo che una lesione è guarita e che le persone possono disimparare quel dolore. Lo studio dimostra che funziona.

Questo non sta suggerendo che il dolore avvertito non sia reale. Ciò significa che se le cause sono nel cervello, anche le soluzioni potrebbero esserci.

I volontari erano relativamente ben istruiti e fisicamente attivi. Sono necessari ulteriori studi per valutare l’approccio in popolazioni più diverse e con altri tipi di dolore cronico.

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lunedì 20 dicembre 2021

...Natale è bambino


Natale è bambino. Tagore scriveva…
“(…) I bambini si incontrano con grida e danze
sulla spiaggia di mondi sconfinati. (…)”.

Binyon sembra fargli eco con le due bambine vestite di stracci che danzano, e in quel vorticare di piedini trovano un piacere completo. La poesia data di fine 1800/inizio 1900. L’ho letta per la prima volta quasi trent’anni fa, in un libricino polveroso comperato per 1$ da un robivecchi in capo al mondo.
Chissà quante traversate avrà fatto questo libro, mi sono chiesta… e senza pensarci due volte, mi sono fatta carico di riportarlo in Europa, a casa sua. E ogni volta che lo apro, vado a cercare queste parole che mi hanno folgorata.
La poesia è ambientata in una Londra povera, piena di ingiustizie, dove i bambini erano usati come sguatteri, sfruttati, venduti. I vicoli scuri, inondati di nebbia, così bui che si mangiano la luce dei pochi lampioni. E sento il gelo dell’inverno vissuto all’aperto. Immagino quella taverna con tavolacci di legno imbanditi di ogni bene. Un camino che scoppietta, l’odore del fumo e dell’alcool degli avventori, il profumo della cena delle feste, la musica sgangherata di chi prova a rallegrare gli ubriachi che annegano i dolori di una esistenza inutile e grama.
Il Natale è bambino, perché nonostante il buio, il freddo, lo stomaco vuoto… il Natale guarda alla vita con gli occhi di un bambino: gli bastano una luce e due note per restarne incantato.

Anche quest’anno il mio augurio è quello di trovare l’incanto del Natale.

Elena Pellanda – Presidente Filo di Speranza

 

martedì 14 dicembre 2021

…Yoga e dolore cronico: alcuni studi

(immagine dal web)

“Uno studio molto recente, pubblicato a gennaio 2021 nel British Journal of Occupational Therapy ha esplorato l’efficacia dello yoga nel migliorare gli outcome occupazionali nei pazienti affetti da dolore cronico. I ricercatori hanno seguito i pazienti nel corso di due anni di pratica di yoga svolta in una clinica specializzata nel dolore, e hanno riscontrato degli effetti positivi in tutti gli outcomes occupazionali, con i pazienti che riferivano di poter svolgere più attività giornaliere, con meno dolore e una migliore qualità della vita (Rose et al., 2021).

Dalla ricerca appare anche che lo yoga abbia un effetto fisico, andando a influenzare l’anatomia del sistema nervoso. Infatti, uno studio pubblicato nella rivista scientifica Cerebral Cortex ha esplorato le basi neuroanatomiche degli effetti benefici dello yoga sul dolore. I ricercatori hanno riscontrato che la quantità di materia grigia nel lobo dell’insula è correlata a una maggiore tolleranza del dolore, e a sua volta la quantità di materia grigia nel lobo dell’insula è correlata a una maggiore esperienza di yoga. I ricercatori hanno concluso che i loro studi indicano una relazione di tipo causale fra la pratica di yoga e le dimensioni dell’insula cerebrale. Inoltre, i praticanti di yoga nello studio hanno presentato l’utilizzo di strategie cognitive che attivano il sistema nervoso parasimpatico e la consapevolezza interocettiva per tollerare meglio il dolore (Villemure et al., 2014).

Uno studio più recente, pubblicato nel 2020 in Journal of Pain and Symptom Management ha riportato gli effetti benefici dello yoga e della meditazione per le donne affette da cancro al seno. I ricercatori hanno riscontrato una relazione significativa fra il tempo speso nella pratica di yoga e il dolore giornaliero. Quando le pazienti avevano passato più tempo a praticare yoga per due giorni consecutivi, era più probabile che avrebbero percepito meno dolore il giorno dopo. Nello studio viene concluso che lo yoga, e in particolare la meditazione, sono associati a miglioramenti acuti nel dolore da cancro (Carson et al., 2020).

È stato riscontrato un beneficio per il dolore cronico anche nell’applicazione di tecniche di rilassamento e di meditazione mindfulness. Il rilassamento, come lo yoga e le pratiche respiratorie, “spegne” la risposta di stress e indirizza il sistema nervoso verso uno stato in cui il corpo può auto-guarire e ripararsi. Una pratica di rilassamento regolare insegna al sistema nervoso e al corpo come rimanere in un contesto di sicurezza piuttosto che in uno stato di emergenza cronica. Uno studio pubblicato nel 2020 nel Journal of Nursing Scholarship ha esplorato gli effetti della meditazione mindfulness e delle tecniche di rilassamento sul dolore neuropatico periferale. La conclusione è stata che il rilassamento e la meditazione mindfulness hanno entrambi avuto un effetto positivo nell’alleviare il dolore nei pazienti. Nello specifico, il rilassamento ha avuto anche un effetto benefico sul senso di affaticamento (Izgu et al., 2020).

Si possono trovare infine anche revisioni sistematiche della ricerca degli ultimi anni, una delle quali è stata pubblicata nel 2019 e riporta gli effetti dello yoga sulle cefalee croniche. Nei pazienti affetti da mal di testa tensivi, i ricercatori hanno riscontrato evidenza a favore dello yoga nel migliorare la frequenza e durata del mal di testa, e nel diminuire l’intensità del dolore (Anheyer et al., 2019).

Conclusioni

Dagli sviluppi recenti nella ricerca sul dolore si evidenzia quindi l’importanza di un approccio multidisciplinare che possa integrarsi con il modello bio-psico-sociale. La ricerca recente ha riportato risultati molto promettenti nel campo dello yoga, delle tecniche di rilassamento e della meditazione come terapie complementari nel trattamento del dolore in pazienti anche con patologie complesse. Integrare un percorso di cura con delle pratiche di yoga e meditazione può quindi essere un’opzione valida da prendere in considerazione insieme ai propri terapisti.”

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