martedì 16 marzo 2021

...parola agli esperti

Inauguriamo questa rubrica con un primo articolo scritto dalla nostra operatrice, esperta nutrizionista,  Teresa Chiaradonna

La sua filosofia:

“In tanti anni di esperienza ho maturato la consapevolezza che ciò che conta, prima ancora della professionalità e il sapere scientifico (che pure sono importanti per difendersi da notizie false che non trovano una ragione scientifica) è la capacità di creare una relazione di fiducia dove la persona trovi uno spazio dentro il quale aprirsi e incominciare un percorso finalizzato ad acquisire nuove conoscenze di sé e del suo comportamento alimentare per potere compiere un cambiamento dello stile di vita a lungo termine.”

 

 

Le abbiamo chiesto un contributo sul microbiota intestinale, di cui si parla molto.

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Il microbiota intestinale : c’è una pertinenza nella fibromialgia?

Il microbiota intestinale è costituito da una comunità dinamica e ampiamente differenziata di microrganismi (batteri, virus,  funghi) che abitano in particolare nel tratto intestinale dell’essere umano . Negli ultimi anni c’è un crescente interesse per il ruolo che il microbiota potrebbe avere nel mantenimento dello stato di salute ma anche di malattia dell’ospite stesso.


Ci sono molte evidenze scientifiche rispetto al coinvolgimento più meno diretto del microbiota intestinale e la patogenesi di diverse patologie in più campi che includono la gastroenterologia (a titolo di esempio malattie infiammatorie dell’intestino, sindrome dell’intestino irritabile, stipsi, malattie tumorali del tratto intestinale), malattie metaboliche (a titolo di esempio diabete, obesità, dislipidemie), malattie reumatiche (per esempio artrite reumatoide), disordini psichiatrici e neurologici (a titolo di esempio autismo, depressione). Recentemente gli studi scientifici incominciano a mettere in evidenza un ruolo tra il microbiota intestinale e il dolore cronico specialmente la fibromialgia.

La composizione della comunità del microbiota è alterata negli individui affetti da fibromialgia con una rappresentanza squilibrata di un piccolo sottoinsieme di specie batteriche. Alcune di queste specie o aumentano o diminuiscono nei pazienti affetti da fibromialgia, che hanno un’attività metabolica che possono avere una pertinenza nell’espressione della sindrome stessa.

Il meccanismo sottostante che potrebbe consentire a queste specie batteriche di influenzare la sensazione di dolore, fatica, umore e altri sintomi è legata alla produzione di acidi grassi a catena corta, al metabolismo degli acidi biliari e alla produzione di neurotrasmettitori e antigeni batterici che si riversano in circolo influenzando  l’attività del sistema nervoso coinvolto nel dolore .

Quindi entra il concetto dell’asse microbiota intestinale e cervello: il superamento della barriera intestinale di microbi, componenti dei microbi o sostanze metaboliche dei microbi e arrivano al sistema nervoso influenzandone l’attività. C’è una bi direzionalità tra l’intestino e il sistema nervoso; effetti neurologici mediati tramite il sistema nervoso autonomo così come l’asse ipotalamo ipofisi è diretto sulle funzioni intestinali che a loro volta sono influenzate dal microbiota intestinale. Il microbiota intestinale influenza molti aspetti del funzionamento neurologico, sia a livello cognitivo che emozionale, ma con crescenti evidenze d’influenza anche sulla percezione del dolore.

Dei ricercatori stanno cercando di capire i meccanismi della fibromialgia che potrebbe spiegare lo sviluppo della sensibilizzazione  che partirebbe da un’ attivazione alterata dei recettori periferici oppure da una sensazione alterata da parte del sistema nervoso. E’ in questo ambito che il microbiota intestinale può avere delle implicazioni nella comprensione e nel trattamento  dei pazienti affetti da fibromialgia.

Ma cos’è e cosa fa effettivamente il microbiota?


Il microbiota intestinale consiste in un enorme quantità di microrganismi esistenti in uno stato in continua evoluzione nell'intestino umano; esso include : batteri, funghi, virus, elminti, protozoi e tutti insieme formano un complesso e ricco ecosistema. La composizione del microbiota è dinamica ed è influenzata dall’ospite stesso e da diversi fattori ambientali. Incomincia a formarsi entro le prime ore di nascita e varia in base alla dieta, stile di vita e all’età dell’ospite.
Mentre il microbiota intestinale è modellato dall’ospite (in particolare da un certo patrimonio genetico, dall’alimentazione, dall’assunzione di farmaci, antibiotici) e da fattori ambientali, il microbiota intestinale a sua volta ha effetti sulle funzioni metaboliche, immunologiche e fisiologiche dell’ospite.
I meccanismi sottostanti che consentono queste attività bi direzionali sono diversi e includono:

  • l’infiltrazione degli antigeni batterici che stimolano il sistema immunitario e ne favoriscono una buona maturazione
  • la secrezione di metaboliti batterici che hanno azione su molti organi dell’ospite
  • il metabolismo e la degradazione dei nutrienti e dei medicamenti
  • la produzione di acidi grassi a catena corta che hanno attività protettiva e antitumorale della parete intestinale oltre ad avere un’influenza protettiva sulle patologie cardiovascolari e non solo
  • e molti altri.

Sono queste le ragioni per cui un’alterazione del microbiota può determinare uno stato di malattia a più livelli come si diceva nell’introduzione.

Molti studi hanno dimostrato un’alterazione di diversi batteri quali i Bifidobatteri, i Lattobacilli e in particolare il Faecalibacterium prausnitzii nella sindrome dell’intestino irritabile. L’azione sottostante è quindi l’alterazione della barriera intestinale, con attivazione del sistema immunitario che porta ad una sensibilizzazione dei neuroni sensoriali che provoca dolore. Alterazioni nella composizione della microbiota intestinale sono stati osservati in diverse patologie che danno dolore come : il dolore cronico pelvico, la sindrome da fatica cronica, malattie reumatiche, quali l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso e la spondilite anchilosante e in ultimo anche la fibromialgia. E’stato trovato in particolare per la fibromialgia un’alterazione della produzione degli acidi grassi a catena corta del metabolismo degli acidi biliari secondari: Faecalibacterium prausnitzi e Bacteroides uniformes sono stati trovati in presenza meno abbondante (essi hanno attività antiinfiammatoria) rispetto ad altre specie quali Clostridium scindes che invece risulta essere ad attività pro infiammatoria e a quanto pare questa alterazione porta anche all’espressione di una certa severità dei sintomi.

Si può aggiungere qualcosa per la cura della fibromialgia?


Nonostante i fatti ci indicano che il microbiota sia suscettibile di cambiamento per mezzo d’interventi dietetici, assunzione di probiotici e addirittura con il trapianto fecale tra sani e malati, si deve riconoscere che ad oggi i consigli basati sull’evidenza scientifica sono ancora limitati per diverse ragioni: per primo il microbiota è molto variabile, secondo mentre può essere allettante normalizzare la composizione del microbiota in caso di fibromialgia, dobbiamo tenere a mente l’ estrema complessità dell’ecosistema. Per esempio c’è un batterio che risulta poco presente nella fibromialgia, per contro lo si vede aumentato nelle artriti. Inoltre anche se dovessimo avere una composizione ideale del microbiota a cui aspirare, le modalità disponibili per alterare la composizione del microbiota non sono ancora sufficientemente perfezionati per consentire modifiche dirette.

Ci sono ancora insufficienti studi in questo momento che possano confermare che una manipolazione sul microbiota possa avere un impatto sui sintomi della fibromialgia, si potrebbe però suggerire che andare verso una dieta povera o addirittura priva di zuccheri aggiunti e farine raffinate, ricca di ortaggi, cereali integrali, semi oleosi, pesce e olio d’oliva extravergine come suggerito dal modello mediterraneo, riequilibra e nutre in maniera adeguata il microbiota giovando sul mantenimento della salute per cui anche sui sintomi della fibromialgia

Dietista Teresa Chiaradonna
02/03/2021

I contenuti sono tratti da una Review “Gut microbiome: pertinence in fibromyalgia” – Clinical and Experimental Rheumatoloy – Febbraio 2020


mercoledì 10 marzo 2021

...annotatevi la data!

         

c/o Hotel de La Paix di Lugano

il primo FASCIA DAY LUGANO 

con la presenza della ricercatrice di fascia di fama mondiale

Prof. Dr.ssa Carla Stecco
Professore di Anatomia e Scienze motorie all’Università di Padova,
Membro fondatore dell’Associazione di Manipolazione Miofasciale®     
 
per la prima volta in Ticino
un workshop per gli operatori
& una conferenza serale aperta al pubblico

 

Breve CV della relatrice:

Carla Stecco, nasce ad Arzignano (VI) nel 1977.

Maturità Scientifica nel 1996, laurea in Medicina e Chirurgia con votazione 110/110 e lode nel 2002, Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia con votazione 70/70 e lode nel gennaio 2008. Da ottobre 2007 a settembre 2014: ricercatore M-EDF/02 presso l'Università di Padova, afferenza presso il Dipartimento di Anatomia e Fisiologia. Da ottobre 2014: professore associato M-EDF/02 presso il Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova.

Dal 2008 titolare di due corsi presso il Corso di Laurea Specialistica in Scienze e Tecniche dell'Attività Motoria Preventiva e Adattata e di un corso presso il Corso di Laurea Triennale in Scienze Motorie del I anno. Dal 2013 docente presso il Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia e presso la Scuola di Specializzazione di Ortopedia e Traumatologia.

Collabora con l’Università Paris Descartes (Prof. Delmas), con l’Università di San Paolo (prof.ssa Imamura), con l’Università di Ulm (dott. Schleip), con l’Università di Medicina del New Jersey (Prof. Findley) e con l’Università Touro di New York (Prof. Stern).

È membro della Società Italiana di Anatomia e Istologia dal 2007 e della Società Francese di Morphologie dal 2008. È fondatore della Fascial Research Society e della Fascial Manipuilation Association. Membro del ISMULT (Società Italiana Muscoli-legamenti-tendini) dal 2014.  È nell’Editorial Board del Surgical Radiological Anatomy e del Journal of Bodywork and Movement Therapies. 

Autore di più di 200 articoli in extenso, di cui 150 indicizzate in PubMed, e di numerose presentazioni orali a congressi internazionali. È coautore di vari libri su di una nuova tecnica di terapia manuale (Manipolazione Fasciale, Piccin, 2007), tradotti in inglese, giapponese, spagnolo, tedesco e coreano. Ha partecipato alla stesura di numerosi capitoli sull’anatomia della fascia e sulle sue implicazioni patologiche su testi in lingua italiana ed inglese. Autore di un libro in lingua inglese sulla anatomia delle fasce (Functional Atlas of the human fasciae, Elsevier ed, 2015).

LE FASCE:

La fascia è affascinante, e più viene studiata più straordinarie appaiono le sue proprietà sia in termini di funzioni strutturali, biomeccaniche, comunicative, immunitarie o di altro tipo.
Il ruolo delle fasce è stato tradizionalmente relegato al lavoro di tenere abilmente insieme le "parti", ma recentemente diverse ricerche sono arrivate a credere che abbia una organizzazione specifica. Il FASCIA-DAY illustrerà tra altro nuovi studi sull'anatomia lorda e istologica (contenuto di fibre, conformazione strutturale e innervazione) delle fasce umane, e discuterà il loro ruolo nella propriocezione. Il sistema fasciale umano è visto nella sua continuità tridimensionale. Si discuteranno le relazioni tra le fasce profonde e i muscoli, dimostrando che questa organizzazione potrebbe essere responsabile di una continuità percettiva e direzionale lungo le catene miocinetiche, agendo un po’ come una cinghia di trasmissione tra due articolazioni adiacenti e anche tra gruppi muscolari sinergici.
Diversi livelli di innervazioni si osservano all'interno della fascia, influenzando le fasce nella coordinazione e percezione dei movimenti.
Se questa regolazione fine del sistema fasciale è alterata da traumi o sindromi da uso eccessivo, anche la percezione fasciale sarà alterata, suggerendo un possibile ruolo patologico delle fasce nelle malattie muscoloscheletriche.

In questa giornata dedicata al sistema del tessuto connettivo, la Dott.ssa Carla Stecco parlerà tra l’altro dei seguenti argomenti:

  • Definizione del termine ‘fascia’
  • Il tessuto connettivo è la stessa cosa della fascia? 
  • Anatomia, fisiologia e patologie della fascia
  • I diversi strati della fascia e le loro differenze 
  • Funzione/compiti della fascia nel corpo umano
  • La fascia nell’evoluzione del corpo umano 
  • Fascia e sistema nervoso
  • Fascia come organo sensoriale 
  • Fascia e ormoni
  • Fascia e nutrizione
  • Tessuto cicatriziale
  • Tipi di terapia per la fascia 
  • Le ultime scoperte scientifiche sulla fascia 

Non perdete questa opportunità unica di incontrare la Dott.ssa Carla Stecco dal vivo , di conoscere in prima persona le ultime ricerche sulla fascia e di approfondire le tue conoscenze sulla fascia del corpo umano! 

Per ulteriori informazioni e per iscriverti visita il sito: www.physeducation.eu

 

 Evento organizzato in collaborazione da: