"oggi nelle stories vi ho parlato della mia malattia, in
questa foto ve la mostro.
la chiamano “malattia invisibile” ma io ricordo con estrema precisione tutte le
rinunce e le limitazioni a cui mi ha costretta.
così ho deciso di mostrarvi la parte più brutta, più marcia, più nera. ma
più reale.
questa foto è stata scattata in una delle infinite notti che in questi 8 anni
sono state interrotte da dolore, brividi, urla e lacrime, e che mi hanno
rovinato la vita.
mi sono sentita dire di tutto, che sono pazza, ansiosa, frigida, bugiarda. che
ho paura del sesso, che dovrei masturbarmi di più. la parte peggiore è
l’estrema solitudine in cui vieni buttata, giudicata da chi hai intorno e
incompresa da chi dovrebbe trovare una diagnosi.
impari a considerare quel dolore come parte di te, è la tua quotidianità.
così come i sacrifici.
niente jeans stretti, niente collant, niente cibi acidi, niente alcool, niente
zuccheri, niente mutande colorate o sintetiche, niente uscite serale, niente di
niente. anche programmare una vacanza diventa un incubo sapendo che potresti
passarla sdraiata in un letto a soffrire.
quando ho finalmente dato un nome a tutto questo ho scoperto non solo di non
essere sola, ma che le donne affette da questa patologia sono tantissime e
tutte hanno in comune questa sensazioni di essere state totalmente abbandonate
nel loro dolore, ho promesso a me stessa che avrei lavorato ogni giorno per
fare in modo che nessuno si sentisse più così.
non siamo colpevoli, non siamo rotte e non siamo difettose.
siamo malate e meritiamo comprensione e rispetto."
Questo è il post che Giorga soleri pubblica sul suo profilo Instagram.
(Canzone scritta e dedicata dal cantante dei Maneskin, compagno di Gloria Soleri)
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