venerdì 10 settembre 2021

…post numero uno / 25.09.2021

 Cari amici,

in queste due settimane di avvicinamento al nostro primo convegno sul dolore cronico, vi proporremo alcuni post informativi, con note pratiche ma non solo.

Cominciamo quindi dall’entrata alla sala multiuso, in ottemperanza alle ultime direttive federali:

  1. Accesso consentito solo con certificato covid
  2. Disinfezione delle mani all’entrata
  3. Consigliato il posto a sedere. Spostamenti all’interno della sala possibili.
  4. Obbligatorio l’uso della mascherina durante tutta la manifestazione.

Siamo consapevoli che le nuove direttive non trovino l’unanimità, però invitiamo tutti a rispettarle.

Al riguardo leggi anche questo articolo della consigliera nazionale Greta Gysin: clicca qui

o perché no, goditi un geniale Checco Zalone con la sua “vacinada”:

A presto.

Elena Pellanda
Presidente Filo di Speranza

martedì 7 settembre 2021

...buone nuove dai ricercatori italiani

(immagine dal web)

Fibromialgia e osteoartrite, con un test del sangue si potrà conoscere l’intensità del dolore cronico

di insalutenews.it · 15 Settembre 2021

Al Congresso Nazionale FederDolore-SICD, la ricercatrice e autrice dello studio, spiega l’importante scoperta per clinici e pazienti e l’evoluzione delle strategie terapeutiche. In fase di studio ormai avanzato il primo biomarker al mondo (MU-Lympho-Marker) in grado di certificare la presenza di dolore cronico severo in pazienti con fibromialgia e osteoartrite

Milano, 15 settembre 2021 – A chi soffre di dolore cronico smetteremo a breve di chiedere “Ma quanto ti fa male?”. A questa risposta, ci hanno pensato i ricercatori italiani che dopo anni di studio, hanno avuto le conferme scientifiche(1-2) dal primo biomarker al mondo (MLM, Mu-Lympho-Marker) che permette di individuare l’esistenza e la prima scala di intensità del dolore cronico, aprendo la strada alla definizione di nuove strategie terapeutiche.

A spiegare la scoperta, la ricercatrice dello studio scientifico pubblicato, sarà uno dei relatori al Congresso Nazionale di FederDolore SICD (Società Italiana Clinici del Dolore) a Bologna c/o lo Star Hotels Excelsior dal 15 al 17 settembre.

La scala “verbale” del dolore

L’indicatore disponibile per sapere il livello di dolore di un paziente è quello verbale. Nel caso del paziente, il risultato di questa valutazione è molto soggettivo perché tiene conto della propria esperienza e del personale livello di sopportazione del dolore. Il clinico dovrà quindi affidarsi alla percezione del paziente per decidere se si tratta di dolore lieve, moderato o grave.

“Non esisteva un test diagnostico per il dolore cronico e tutti i clinici del dolore sanno l’impatto che potrà avere a livello diagnostico ma anche psicologico sul paziente attraverso il quale possiamo solo avere informazioni soggettive sul dolore cronico. Lo studio è stato effettuato -spiega Valentina Malafoglia, Ricercatrice Fondazione ISAL (Istituto di Scienze Algologiche) – confrontando un gruppo di pazienti sani con un gruppo che soffre di dolore fibralgico proprio perché sappiamo che l’estensione del dolore in questi pazienti è molto variabile e diffuso in tutto il corpo. Avevamo la necessità di poterlo codificare e quantificare anche nel tempo”.

Lo studio sulla fibromialgia, definita anche “malattia immaginaria”

La fibromialgia è una grave sindrome che causa dolore cronico severo. In Europa colpisce oltre 14 milioni di persone, nel 90% dei casi donne. Non è considerata una malattia rara e non è riconosciuta come malattia cronica all’interno dei Livelli essenziali di assistenza (Lea).

Si manifesta con dolore diffuso, facile affaticabilità, sviluppo di senso di angoscia, panico e ansia, disturbi del sonno e problemi gastrointestinali. Ancora oggi non ci sono esami che riescano a diagnosticarla chiaramente, né terapie risolutive. Per molte, la beffa di sembrare malate agli occhi di parenti, colleghi e amici, per cui ne deriva anche un forte stress psicologico.

“La conferma del Mu-Lympho-Marker come biomarcatore per il dolore cronico severo, potrà avere numerosi impatti positivi a partire dalla conferma della presenza di dolore, del grado di intensità, che ridurranno i ritardi ed errori diagnostici a beneficio di un miglioramento della qualità di vita dei pazienti e caregivers. Tra gli obiettivi – continua Malafoglia – c’è quello di definire nuove strategie terapeutiche e lo sviluppo di nuovi farmaci, individuando in modo preciso e personalizzato il trattamento più adeguato con evidenti risparmi di tempo e di costi”.

Un successo da estendere ad altre patologie

“Un risultato sorprendente che ci consentirà – conclude Giuliano De Carolis, Presidente Federdolore_SICD – di avere uno strumento importante per una migliore gestione dei pazienti con fibromialgie e di poterlo estendere anche a tutte le altre patologie con dolore cronico”.

Articolo originale: qui